Un'analisi fredda e spensierata di un latino nella terra delle bionde... e che bionde!

Tuesday, March 08, 2005

Ritorno a casa

Posto un po' in ritardo, ho avuto da fare, sono stato al nord con amici e CAZZI VARI (e soprattutto miei).

7:10 - stessa sala d'attesa, stessa fila di sedie, stesso gate, stesso giorno della settimana, stesso orario. Ovviamente anche la destinazione è la stessa. Nulla è cambiato... nemmeno la totale assenza di donne, belle donne, si intende.
Sono passate 6 settimane da quando per la prima volta ho intrapreso questo viaggio, ma il mio stomaco pare non ricordarselo e si irrigidisce comunque. Lo accarezzo. Quante ne abbiamo passate io e lui.
Inizia l'imbarco, questa volta in orario... qualcosa per una volta è diverso... sono in Italia, ancora per poco.

13:10 - sono sul treno per Uppsala, parte in perfetto orario, mi ci sincronizzo l'orologio.
Prendere il biglietto, il numero, la coda, è stato semplicissimo, finalmente non sento più parlare italiano. Quando parlo con la splendida bionda alla biglietteria mi scopro con un sorriso sul volto. Sono felice di essere di nuovo qui.
Prima di partire ero un po' teso, ero felice di tornare, felicissimo di ritrovare i miei amici, ma dopo 2 settimane a Milano mi ero riambientato... e questa volta la novità, l'avventura, il pepe, quella spinta verso l'ignoto che solo personaggi come il Capitano Kirck e l'equipaggio della sua Enterprise hanno conosciuto, manca. Anzi no, ha cambiato forma.
In effetti qui, tutto è rimasto uguale, nevica. Cristo come nevica.
In effetti qui, tutto è rimasto uguale, sono circondato da splendide bionde.
In effetti qui, tutto è rimasto uguale, le osservo da lontano.

I primi due giorni sono stati davvero difficili. Con l'eccitazione di un bambino col suo giocattolo nuovo, ho cercato subito di chiamare i miei amici, per riambientarmi, per non sentirmi di nuovo a capo, per vedere quanto ho lasciato in un mese in queste persone.
Sono tutti impegnati, ognuno per qualche motivo, io no.
Il primo giorno passa. Il secondo pure. Djana mi scrive, finalmente, c'è il compleanno di Sascha, porta il tuo alcool specifica, anche su questo fronte tutto è rimasto uguale.
La festa è delle solite, tutti attorno ad un tavolo a sparare cazzate, e le conversazioni migliorano col crescere del tasso alcolico. Ma è un crescere che quasi non te ne accorgi, come quando al buio i tuoi occhi si ambientano, ma per te nulla appare.
Alla fine della festa, tutti mi confessano che sono felici che sono tornato e ci diamo appuntamento al giorno dopo. Il giorno dopo è il giorno prima del viaggio a Kiruna, così come oggi è sempre il giorno prima di domani.
Ma questo è un altro post, e ce ne saranno ancora per alcuni mesi, per fortuna.

2 Comments:

Anonymous Anonymous said...

sei ancora vivo ciccio? dopo una giornatona di ansie varie speravo di rilassarmi leggendo uno dei tuo racconti... e sono 10 giorni che non scrivi!

cmq NO WORRIES! + stai via dal computer + sono felice per te! enjoy!

ps: salutami Nadia & co!

1:45 PM

 
Anonymous Anonymous said...

sei ancora vivo ciccio? dopo una giornatona di ansie varie speravo di rilassarmi leggendo uno dei tuo racconti... e sono 10 giorni che non scrivi!

cmq NO WORRIES! + stai via dal computer + sono felice per te! enjoy!

ps: salutami Nadia & co!

1:47 PM

 

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