Un'analisi fredda e spensierata di un latino nella terra delle bionde... e che bionde!

Monday, June 13, 2005

Vater Tag

Un piccolo carrello di stoffa a quadri scozzesi, le ruote, due, non hanno un diametro maggiore di 10 cm. E' fresco, forse per via della birra e del ghiaccio che lo riempiono e gli fanno produrre quel suono famigliare di bottiglie che sbattono una contro l'altra ad ogni sobbalzo. E' un suono famigliare che mi ricorda il sorriso di mio padre che mi tiene la mano mentre insieme a Helmut, grande amico di papa' sin dai tempi dell'accademia, camminiamo per il bosco di Einbeckdorf, dove sono cresciuto.
E' durante un Vater Tag che ho imparato ad accendere il mio primo fuoco, solamente facendo uso di un gruzzolo di foglie secche, rametti secchi ed una coppia di pietre fuocaie. Ed è sempre durante uno di questi giorni che papa' mi insegnò che bisogna sempre stare attenti alle donne che ti tieni attorno, perchè di un amico ti puoi fidare ma di una donna no. Non ho mai capito perchè papà ci tenesse tanto affinchè imparassi questa lezione, io non ci ho mai creduto veramente. Quello che so è che raramente mi sono sentito così in pace ed al sicuro come quando passavo con lui queste splendide giornate immersi nella natura e io cercavo di imitarlo in ogni sua più piccola azione, come se potessi diventare adulto per un giorno.

Vater Tag è in Germania una sorta di giorno del papà da passare all'aria aperta con birre ed amici in una sorta di proclamazione di indipendenza sessuale maschile. Col tempo, vuoi per l'alcool, vuoi per la bellezza della natura circostante, si è trasformato in Men's Day, dove amici di ogni età si trovano sempre nella solita ambientazione, con il solito carrello pieno di birra.
Ho molti amici tedeschi qui e sono stato molto felice di accettare il loro invito a passare un Vater Tag con loro. Ci troviamo davanti a casa mia alle 9 (sì, del mattino) e una volta raccolti tutti i partecipanti è tempo di brindare con la prima birra.
Il gruppo è composto da me, Arne, Ben, Kim, Sascha e Martin, un gruppo in maggioranza di tedeschi ma che unisce anche Italia, Australia e Repubblica Ceca. Ci dirigiamo verso il bosco, abbiamo deciso di girare attorno ad Uppsala passando per i boschi, non dovremmo perderci. Ovviamente siamo ottimisti.


Le prime ore le passiamo vagando senza meta. La birra scorre, ma senza mai superare i limiti. Il bosco non è troppo impegnativo, ma riserva comunque qualche guado e qualche ponte di fortuna.


Dopo pranzo la nostra destinazione prende forma, ma il tragitto che ci unisce ad essa è ancora a noi oscuro. Così cercando disperatamente una direzione, perdendoci ogni quindici minuti ci ritroviamo in fattorie e campi.


Stanchi ed ebri passiamo qualche ora a rotolarci nella paglia e nell'erba fresca ed umida che qualche contadino ha raccolto in rotoli di plastica bianca. La giornata continua con splendide quanto improbabili conversazioni fino al tramonto (Si parla di inizio maggio, quando il tramonto significa ancora l'inizio del buio).




Per la fine della giornata abbiamo organizzato un barbeque con le ragazze. La giornata è passata senza intoppi, in una tradizione che cerchero' di portare con me, magari per quando per me Men's day si trasformerà in Vater Tag.

5 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Ciao cugino..hai visto come sono fedele al tuo blog?Belle e commuoventi i ricordi di te e zio Nicola,mi sa che ci stiamo facendo proprio grandi se i ricordi dell'infanzia mi fanno l'effetto "occhio lucido"!
Ma la maglietta che hai nelle foto è quella che ti ha portato Matteo da Barcellona?Sarà felice di vedertela addosso!
Vene pross vado dai tuoi per vedere Anna e l'11 torno a Brindisi.
Continua a divertirti mi raccomando,ti scriverò una mail magari!!Ciao ciao(sto schiattando dal caldo in questo ufficio senza aria condizionata!)Baci,Carla

6:02 AM

 
Anonymous Anonymous said...

Ma perchè non lo pubblica???=????

6:05 AM

 
Blogger Uppsomatosis said...

Pensavo fosse evidente, ma a quanto pare non ne sono stato capace. La memoria all'inizio del post e' finta. Cercavo di introdurre la storia con un finto racconto che potesse assomigliare ad un ricordo di un ragazzo tedesco. Mio padre non mi ha mai detto che le donne sono pericolose e non mi ha mai insegnato ad accendere un fuoco.

5:31 PM

 
Anonymous Anonymous said...

nn ho fatto in tempo a salutarti qndo sei ripartito da Kaunas, ma ero occupata con l'uomo di ritorno da tre mesi.. capisci a me!! Un grosso bacio dall'amica del 'laido'!! Magari ci rivedremo in giro per il mondo.. chissà!!! Ciao patagarro!! Eja

2:25 PM

 
Blogger Jan said...

va benissimo vederti palettare per il fiume, ma non hai scritto nulla di vilnius... cazzo tra poco è finita la pacchia!

10:03 AM

 

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