Un'analisi fredda e spensierata di un latino nella terra delle bionde... e che bionde!

Wednesday, March 23, 2005

La vita in un bicchiere

C'è chi si è 'lamentato' che io scriva in modo troppo discontinuo o che aspetti troppo a scrivere. Come ho già sottolineato in un altro post precedente, non voglio ridurre questo mio diario da internauta in una poltiglia come se ne trovano ormai a bizzeffe, nella rete. Cerco di scrivere quando ho qualcosa da dire e non viceversa.
E com'è possibile che non abbia niente da dire, vista l'esperienza che sto vivendo? Questa è una legittima domanda che porrei anche io (ADDIRITTURA! allora è davvero intelligente!), ma, e questa è una risposta che odierei ricevere, bisogna vivere questa esperienza per capire che essa è fatta di piccoli momenti non portabili su questo diario. E' difficile descrivere e selezionare dei momenti che meriterebbero una menzione in un post, ed è ancora più difficile, una volta si sia così fortunati da trovarne alcuni, riportarli senza banalizzarli.
Sono momenti, piccole scheggie (sì, è una metafora inflazionata) in cui ti rendi conto che stai vivendo su un altro pianeta, una vita parallela. L'esperienza Erasmus è una vita parallela, su una pianeta parallelo, in un tempo parallelo non esattamente definito. Non è un'altra dimensione, non è un ambiente alieno e sconosciuto. E' parallela. E' un mondo che conosci ma che non riconosci. Purtroppo queste due rette parallele, in un universo tuttaltro che perfetto, trovano convergenza nel momento del ritorno. Come queste convergano e quale sia la forma della stella che ne risulta non è ancora mio oggetto di studio, e, al momento, spero che questo avvenga il più tardi possibile.
E' una moltitudine di piccoli flash, fatta da biciclettate verso il castello sulla collina, facendo a gara a chi arriva per primo, in cui ognuno telecronaca la 'volata' nella sua lingua. E' fatta di abbracci che non avresti mai pensato di dare o di ricevere. E' fatta di abbracci di cui non avresti mai pensato di aver bisogno.
E' fatta di sorrisi e silenzi. E' fatta di conversazioni che non avresti mai pensato di poter fare. E soprattutto, di cose che non avresti mai pensato di fare.
Che sia perchè non parli la tua lingua, e quindi sei privo dei freni dovuti al 'peso' di certe frasi, o perchè vivi in uno stato di coscienza in cui, come ho detto, vivi in un ambiente disconnesso da quello 'reale'. Comuque sia, è un'esperienza intensa, compressa.
Tutto viene compresso. Sono compresse le serate, i viaggi, le cene, sono compressi i tempi che ti concedi per conoscere e giudicare una persona. I tempi che impieghi per conoscere una persona e considerarla amica. Il tempo che impeghi per aprirti.
Non so come andrà a finire, sono a metà del mio viaggio. Non so che forma avrà il pianeta su cui tornerò ad agosto, quello che so è che questo viaggio andava intrapreso e sono felice di averlo fatto. E questo mio diario me lo ricorderà in un modo che solo io potrò vivere, quindi lasciatemelo scrivere alla mia maniera, perchè questi sono i miei giorni, e voi umani non potete nemmeno immaginare...

Thursday, March 17, 2005

Il viaggio, il gruppo.

Parlavo, nella mia ultima pagina, di un viaggio. Beh, questo viaggio è stato al Nord, al Nord del Nord, per essere precisi, a pochi kilometri dalla fine della scandinavia, nel parco nazionale di Abisko.
Questo viaggio mi rimarrà per tutta la vita, penso (ah queste promesse, possono essere mai mantenute?), per vari motivi.
Penso di aver visto per la prima volta nella mia vita un paesaggio che considererei alieno.
Posto alcune foto di modo che tutti si possano rendere conto di cosa Madre Natura possa fare quando ci si mette. Se solo si concentrasse sulla salute del nostro Presidente del Consiglio... vabè certi auguri non sono carini (non che non se lo meriti, lo stronzo).



In compagnia di quattro simpatici teneroni, ho esplorato per un'ora circa il bosco. Sono stato ripreso dagli addestratori perchè non li facevo tirare abbastanza e loro se la sono così presa comoda. Infatti, vista la mia bontà, mi sono fatto metà tragitto, sopratutto i tratti in salita, spingendo la mia simpatica slitta... e emettendo i miei simpatici litri di sudore. Tutto sommato è stato uno sballo... gli svedesi sanno come preservare la Natura e come godersela.
Abbiamo visitato la miniera di Kiruna... due palle. Da un punto di vista tecnico, è abbastanza interessante, le macchine sono tutte comandate a distanza, è la miniera sotterranea più grande ed organizzata del globo. Da un punto di vista turistico, una miriade di informazioni che solo l'abbonato a “Si, viaggiare” può apprezzare.
Piccola nota: per continuare ad estrarre i minerali dopo il 2008 dovranno spostare la città... no, non mi sono sbagliato, spostano la città, case, municipio e compagnia bella.
Cosa rimane? La compagnia. Come dei giovani hobbit, abbiamo creato un'allegra compagnia di amici, molto affiatata (e come potevamo non essere, noi maschietti, affiatati? Il rapporto era 1:2 con le ragazze), che è stata capace di riempirsi le giornate di splendide esperienze. Con un po' di giorni di esperienza ulteriori, posso dire che il gruppo ne ha giovato parecchio. Molte amicizie si sono solidificate, altre si sono rivelate. Altri fatti hanno necessitato approfondimento. Comunque sia, ciò che è emerso, è che la parola d'ordine per l'esperienza Erasmus è sicuramente: intensità.

Tuesday, March 08, 2005

Ritorno a casa

Posto un po' in ritardo, ho avuto da fare, sono stato al nord con amici e CAZZI VARI (e soprattutto miei).

7:10 - stessa sala d'attesa, stessa fila di sedie, stesso gate, stesso giorno della settimana, stesso orario. Ovviamente anche la destinazione è la stessa. Nulla è cambiato... nemmeno la totale assenza di donne, belle donne, si intende.
Sono passate 6 settimane da quando per la prima volta ho intrapreso questo viaggio, ma il mio stomaco pare non ricordarselo e si irrigidisce comunque. Lo accarezzo. Quante ne abbiamo passate io e lui.
Inizia l'imbarco, questa volta in orario... qualcosa per una volta è diverso... sono in Italia, ancora per poco.

13:10 - sono sul treno per Uppsala, parte in perfetto orario, mi ci sincronizzo l'orologio.
Prendere il biglietto, il numero, la coda, è stato semplicissimo, finalmente non sento più parlare italiano. Quando parlo con la splendida bionda alla biglietteria mi scopro con un sorriso sul volto. Sono felice di essere di nuovo qui.
Prima di partire ero un po' teso, ero felice di tornare, felicissimo di ritrovare i miei amici, ma dopo 2 settimane a Milano mi ero riambientato... e questa volta la novità, l'avventura, il pepe, quella spinta verso l'ignoto che solo personaggi come il Capitano Kirck e l'equipaggio della sua Enterprise hanno conosciuto, manca. Anzi no, ha cambiato forma.
In effetti qui, tutto è rimasto uguale, nevica. Cristo come nevica.
In effetti qui, tutto è rimasto uguale, sono circondato da splendide bionde.
In effetti qui, tutto è rimasto uguale, le osservo da lontano.

I primi due giorni sono stati davvero difficili. Con l'eccitazione di un bambino col suo giocattolo nuovo, ho cercato subito di chiamare i miei amici, per riambientarmi, per non sentirmi di nuovo a capo, per vedere quanto ho lasciato in un mese in queste persone.
Sono tutti impegnati, ognuno per qualche motivo, io no.
Il primo giorno passa. Il secondo pure. Djana mi scrive, finalmente, c'è il compleanno di Sascha, porta il tuo alcool specifica, anche su questo fronte tutto è rimasto uguale.
La festa è delle solite, tutti attorno ad un tavolo a sparare cazzate, e le conversazioni migliorano col crescere del tasso alcolico. Ma è un crescere che quasi non te ne accorgi, come quando al buio i tuoi occhi si ambientano, ma per te nulla appare.
Alla fine della festa, tutti mi confessano che sono felici che sono tornato e ci diamo appuntamento al giorno dopo. Il giorno dopo è il giorno prima del viaggio a Kiruna, così come oggi è sempre il giorno prima di domani.
Ma questo è un altro post, e ce ne saranno ancora per alcuni mesi, per fortuna.