Un'analisi fredda e spensierata di un latino nella terra delle bionde... e che bionde!

Friday, January 28, 2005

Etttttipareva!

E ti pareva! Tutto va bene e cosa succede? Mi ammalo! Un po' di febbre, niente di che, ma quello che da fastidio è che mi sono coperto bene bene (come vorrebbe la mammina) e la mia bella influenza in verità l'ho già avuta. Vabè tanto meglio, vorrà dire che stasera la passo a mettere un po' di foto sul mio blog, gentilmente offerte da Martin, il mio amico praghese.
Molti di voi si sono chiesti chi fosse questa Paulina, bene eccola qui, mentre subisce il mio fascino:


Heh bene, abbiamo calmato qualche curiosità.
La prossima foto è dedicata a questa ragazza:



Secondo voi questa ragazza di dov'è? ... Esatto... Germania!
Questa foto riguarda invece la mitica Nadiah, l'australiana!



Ok ok... basta donne per un attimo! I prossimi ospiti del post sono 2 uomini: il portoghese Andrè e il canadese Marco (detto Eminem)



Eeheheh dovreste vedere eminem col cappello mentre si muove!



Ecco perchè amo la Francia! Già già già...
Ma ora cambiamo un po' argomento, oggi siamo stati a visitare Sigtura, quella che è considerata la prima e la più importante città vichinga. Il museo è pieno di cagate inutili però il viaggio è stato divertente! Eccoci mentre fotografiamo le papere:



e un paio di splendidi paesaggi:




Mica male eh? Peccato che questa gitarella mi sia costata una bella febbre!
Vabè, un po' di storie in futuro, per ora accontentatevi di queste foto.

Wednesday, January 26, 2005

Ma la vita è tutta qui?

Ok, ho finito di studiare, Andrè il portoghese mi chiama e ci incontriamo al bar vicino ad Ostgota. C'è una bella barista che sorride, prendo un cappuccino. La chiaccherata verte nuovamente sulle ragazze che abbiamo appena conosciuto. Decidiamo finalmente di andare a prendere qualcosa da bere per il party di stasera e poi di cenare. Mi sento tranquillo, ho dormito e fatto il mio dovere. Mi scrive Margot, la ragazza olandese, e stasera sarà dei nostri. Nadiah mi manda un messaggio, ci troviamo sotto casa mia ed andiamo alla festa assieme. Io e Andrè passiamo da casa mia, mangiamo e lui controlla la posta sul mio computer. Mi confida che senza di me sarebbe perso qui, lui ha una ragazza che lo aspetta in portogallo e qui si sente solo. Mi fa piacere di essere importante per qualcuno e mi fa piacere di averlo conosciuto. Arriviamo a casa, due chiacchere ed è già ora di andare alla festa. Sulla strada incontriamo degli altri studenti internazionali, mi bastano due battute e si aggregano. Bene mi dico, alla fine essere italiani non è poi tanto male. Sulla strada parliamo del più e del meno, vini italiani e vini australiani, manco me ne fregasse qualcosa. Arrivati alla festa vedo che il tutto deve ancora cominciare. Finisco la mia Coca Cola, la caffeina e i liquidi mi serviranno più avanti. Addocchio un paio di ragazze che mi lanciano qualche sguardo ammiccante. Da lontano 1000 miglia riconosco l'odore della ragazza facile. Non fanno per me. Piano piano senza che me ne possa rendere conto affluiscono sempre più persone, tutti australiani. Si abbracciano e baciano, è la loro festa. Il tasso alcolico sale così decido di aprire la mia bottiglia di Nero d'Avola. Sorseggio il mio vino cercado qualcuno con cui parlare, ma parlare di cosa? Il volume della musica è alto e non aiuta la conversazione. Il fatto che giri gente parlando di "cagate" non ti stimola. Mhm, facciamo un giro per i corridoi, cerco uno scorcio di originalità in questo mare di mediocrità. Niente. Vedo solo gente che beve e si rotola per terra nel suo vomito. Io e Andrè notiamo la tristezza della cosa ma Margot mi chiama, si è persa. Quando arriva la riesco appena a salutare ed è già li che parla con un australiano. Ok allora mi giro e cerco qualcuno con cui scambiare qualche parola, dopotutto di bere non ne ho tanta voglia. Nel frattempo il posto è pieno di gente. E nel frattempo il tasso alcolico sale. La media si aggira attorno ai 24 anni... adulti direte voi. Guardandomi attorno mi sembra di essere in American Pie 1, 2 e 3 messi insieme. Non è proprio il mio stereotipo di adulti. Vabè, mando giù un altro sorso di vino, alla fine sono solo le 10 di sera. Il posto è pieno di surfers in costume che ingurgitano alcool e vanno da una parte all'altra del corridoio su un lungo skateboard. Incrocio le dita... ti prego cadi e sbatti la testa. Cade ma non si fa male, anzi ride. E' un figo. Mi guardo intorno sperando di incrociare qualche sguardo amichevole. Niente. Solo sorrisi e occhi semichiusi. Dopotutto siamo qui per questo. Bah, non ne sono proprio convinto. Vabè, un altro sorso e via, dopotutto sono solo le 10:30. Cerco Margot, per dio, questa sera riuscirò a parlare, e sarà di qualcosa di interessante. E' li che parla con alcune persone quindi la raggiungo. Parlano di cartoni animati. Mi inserisco. Parlano dei puffi. Ricordo di aver letto che alcune persone sostengono che i puffi fossero una propaganda comunista. Grande puffo lo Stalin dalla barba lunga ed il cappello lungo. Vedo facce schifate... l'unico collegamento che riescono a fare è che puffetta fosse l'unica donna del gruppo, una gran puttana. Vabè mi dico, dopo tutto non hanno tutti i torti, le donne sfruttano il loro potere sessuale. Quindi le donne sono delle gran puttane. Beh, l'hanno detto loro non io. Per una volta posso evitare di sentirmi in torto. Passiamo dalla sigla di un cartone all'altro. Il discorso scema. Me ne vado. Ma vado dove? Vabè, sono solo le 11. Le prime persone iniziano a sboccare e sgomberare. Cercati una scopata, mi dico. Niente, quelle tre che ho ignorato non mi ridaranno gli stessi sguardi e le altre sono prese. Ok, dopotutto me lo merito. La bottiglia è finita. La gente sta uscendo e io mi sento solo. Dopotutto lo sono. Chi non lo è? Forse è per questo che lo fanno. Non sarà di certo questa serata a darmi la risposta. Quello che è certo è che stasera sarò l'unico a tornare da solo, anzi, sarò l'unico a tornare in compagnia di questa domanda: ma la vita è tutta qui? Rincoglionirsi in cerca di una scopata facile? Pare che lo sia, e pare che io sia l'unico che non l'abbia capito o che per lo meno non lo voglia accettare. Sento di essere stato snobbato tutta la sera, come un lebbroso. Mi tornano in mente le parole dell'italiano di turno: "non snobbare gli italiani, dopo qualche settimana ognuno cerca di stare con quelli della propria nazionalità e tu rischi di rimanere solo". Non lo posso accettare. Tutto il mondo NON è paese. Ok, la festa è finita e mentre torno a casa rifletto su questa situazione. Ieri ho scritto a Cristina, era l'unica che non avevo ancora sentito, le riporto che qui è bello e che mi sto integrando. Lei risponde che ha sentito che qui la danno via come il pane, che sabato hanno cercato di chiamarmi ma che probabilmente ero in "panetteria" e di andare avanti così. Ho un capogiro. Torno a casa. Mi sento una merda, la vita non può essere semplicemente lavorare fino al weekend dove cerchi di rincoglionirti il più possibile cercando di scoparti la più sconosciuta. Trovo Enrico. Come stai? Insomma... sono depresso. Perchè? Sono stato ad una festa, pare che la gente si voglia solo rincoglionire per scoparsi la prima che passa. E dove sta il problema? Incasso. Sono io lo sbagliato. Cerco una soluzione, uno scorcio con Hermano. Ce la mette tutto il mio compagno di sventura ma niente. L'unica cosa che mi resta da fare è andare a dormire, dopotutto domani c'è una festa e magari ci sarà abbastanza alcool per scopare e tutto si metterà a posto... forse.

Monday, January 24, 2005

Fika

Si lo so, rischio di essere frainteso, ma quella 'k' non è li per caso. Fika è il termine con cui in svezia si parla della pausa caffè. E perchè parlare esattamente di ciò qui? Per un puro scopo informativo? No. Vorrei invece mettere su carta (qualcuno conosce un termine VALIDO per rifermi a questa pratica nell'ambito dei computer?) una riflessione.
Cito testualmente Paulina: "Fika è il termine con cui noi svedesi ci riferiamo ad un incontro non alcolico, di solito a base di caffe' o the". Io non ho potuto non ridere quando la tenera ragazza ha sentito il bisogno di specificare "non alcolico". Penso che ciò sia molto esplicativo e se per voi non lo è, fidatevi. Trovo particolarmente interessante notare come su una cosa che per noi è normale e su cui abbiamo addirittura fatto un serial tv, gli svedesi abbiano invece sentito il bisogno di creare un'istituzione con tanto di nome specifico.
Un'aggravante? Il caffe' servito solitamente e' quella merda di caffe' americano... si quella roba che servono negli alberghi tedeschi quando vai in gita.

Prime Impressioni

Sono qui già da una settimana, quindi intitolare questo testo "prime impressioni" è un po' falso. Ad ogni modo cerchero' di inserire solo le primissime impressioni, approfondendo i vari temi nei post successivi. Prima impressione: lo stereotipo sulle donne svedesi è sbagliato, cioè non è vero che ci sono molte ragazze belle... sono TUTTE FIGHE. Seconda impressione: non fa cosi freddo. Bisogna aggiungere che come dicono qui questo è un inverno atipico, il termometro oscilla tra lo 0 e il -3, e "oscilla" è un termine eufemistico dal momento che il sole quando c'e' non riscalda.
Si lamentano quindi del fatto che non faccia abbastanza freddo (vorrebbero tipo -15) e non possono andare a sciare o pattinare. Non so se mi spiego.... l'anno scorso faceva una media di -15 e in città c'era un metro di neve...

Le persone sono di una disponibiltà disarmante, conoscono molto bene l'inglese (pure il vecchio a cui ho chiesto dove fosse il sale ieri al supermercato) ma non vanno molto oltre l'aiutarti. Il primo giorno tornavo a casa assieme a Paulina e mentre parlavamo lei ognitanto si/mi interrompeva per darmi il nome del posto e qualche cenno storico, con tanto di tono vocale da guida esperta. Dopo 10 minuti le ho dovuto gentilmente chiedere di smettere di "aiutarmi".

Sì, è vero che è molto bello che ti vogliano far integrare nella loro società, ma è anche vero che in questo modo ti fanno sentire estraneo. Vabè, i dettagli a presto.

Il giorno della creazione

7:45 - un caffe', un cornetto e 5kg di troppo al check-in. Finalmente un eccesso nella mia vita e guarda caso mi tocca pagare. Una signora alla "incelofanatrice" molto gentilmente mi ha consigliato di mettere qualche jeans nel bagaglio a mano, ho risparmiato, che gentile. Ha cercato di convincermi a comprare un portafogli, una vera mamma e' una mamma a prescindere da chi abbia di fronte.

7:47 - 2+2=5... parte la colonna sonora di Milano-Stoccolma solo andata, chissa' quale nota la chiudera'.

7:50 - sono in sala d'attesa, sono circondato da biondi svedesi di mezza eta', inizio ad ascoltarli parlare ma per ora niente. Per ora sono a casa, sono loro gli stranieri, vaffanculo. Scruto la sala, niente fighe. Forse non viaggiano.

7:52 - Ho una ragazza di fronte a me, penso sia italiana, legge il Corriere...fascista! Magari se riesco le faro' uno sgambetto. Tra l'altro ho a portata di mano il trepiedi...

8:00 - C'e' nebbia fuori, che sia un segno? Brancolo nella nebbia. Voglio pensare che Dio manderebbe segnali piu' articolati che una semplice nebbia, e' "banalotto" e "provinciale".

8:30 - Inizia l'imbarco, io sono seduto vicino ad una ragazza. Sembra sia la prima volta che vola, pare agitata. Ha in mano la settimana enigmistica e un vocabolario inglese-italiano. Potrebbe essere straniera... che metodo per imparare l'italiano!

11:20 - siamo a poco da Stoccolma, decido di vedere se e' svedese e le chiedo se "gotan", il suffisso che trovo su molti indirizzi, voglia dire "street" o qualcosa del genere. Le mostro l'indirizzo del mio studentato per farle un esempio. Lei e' italiana e verra' a stare allo stesso studentato...
Si gira quella davanti... Verra' a stare anche lei ad Uppsala... Che probabilita' ci poteva essere che tutto cio' succedesse? Guardo fuori dal finestrino in cerca di un asino che vola, potrei cogliere l'occasione. Niente.

12:00 - Sono alla raccolta bagagli, il pilota non verra' ricordato per la leggerezza della sua mano. Ad ogni modo mentre attendo i bagagli "la fascista" si fa avanti... E' di Brunico e verra' ad Uppsala anche lei.

12:30 - Inizia il lungo viaggio composto da bus, bus, treni, sarcazzi. Il panorama e' fantastico, diciamo che in Svezia non hanno problemi con gli alberi.

15:00 - Uppsala, eccola la Parma del Nord. Io e Giovanna, la ragazza col mal d'aereo, ci procuriamo le chiavi della nostra stanza e cerchiamo un mezzo per raggiungerlo. Tutti sono incredibilmente gentili, nei tabacchini ci regalano cartine (mappe), e il signore del pullman ci spiega dove dobbiamo scendere, come si pronuncia la fermata etc. Sono colpito.

16:00 - E' buio... cristo sembra notte... Ad ogni modo io e i miei 30kg di bagagli iniziamo a percorrere la strada che porta il nome di Rackabergsg. E' pieno di casette molto carine, le fineste hanno splendide tendine, vedo dentro piante, quadri, lampadari futuristici. Deve essere un complesso residenziale per famiglie. Non puo' essere uno studentato, gli studentati hanno solo una cosa riconoscibile dalle finestre: le crepe. Ad ogni modo il cartello non sembra essere daccordo. E' Lui, ecco lo studentato. Cristo se questi sono avanti...
Trovo la mia palazzina, apro il portone con il mio badge... si avete letto bene, si entra col badge... Apro il corridoio e mi trovo in un appartamento molto molto accogliente, con una bella bionda che sta pulendo la sua stanza. E' Charlotta, finlandese, cosi' come lo e' il suo ragazzo che non fatica ad uscire a mostrare i suoi 2.40m di altezza. Ecco la mia stanza... mhm... esce anche da questa un tizio, Frederieck, un ragazzo belga che in teoria NON DOVREBBE ESSERE NELLA MIA STANZA. Ok, mi dice che il contratto scade quella sera, e che lui parte mercoledi, il giorno dopo si sarebbe tolto dai coglioni. Buon inizio

17:00 - Ho passato l'ultima ora a farmi spiegare un po' come vanno le cose qui da Fred. E' molto gentile, mi vende la sua bicicletta... sono a cavallo, anzi no. Mangio finalmente qualcosa, mi faccio una doccia e continuo la mia chiaccherata. Mi mostra come funziona la casa, la lavatrice che e' al piano sotterraneo che va prenotata attraverso un sistema computerizzato di coda, sempre attraverso il badge. Ho voglia di vomitare, fanculo Italia di merda.

18:00 - La chiaccherata continua, tiro fuori una cartina (mappa) e Freddy mi mostra un po' dove siamo, a quanto sia il centro e dove sono le Nation. Mi fa controllare la posta col suo computer e scopro che Internet mi sara' disponibile in stanza solo dopo una settimana. Sai.... hanno un sistema di firewalling molto avanzato che ti autentica sul MAC address e ti ridireziona sul proxy. Tutto e' trasparente scopro, puoi usare MSN, DC++, porno e quant'altro. Tra l'altro c'e'
una rete interna in tutta Uppsala a cui possono accedere solo gli studenti con Hubs Dc++... il rigurgito antiitaliano ritorna, lo trattengo.

22:00 - Mi metto daccordo con Fred in modo da permettergli di fare i bagagli e pulire la stanza. Io dormiro' nella stanza di un altro tizio in un altro "corridor", un suo amico che ora e' in qualche gita sarcazzo dove. Mi chiedo perche' si ostinino a chiamare questi appartamenti "corridors". C'e' una cucina, molto bella, con microonde, forno, piante e quant'altro. Una doccia, un bagno (in 2 stanze separate) 5 stanze da letto molto spaziose e ben arredate, con tanto di lavandino e specchio. Mi tornano in mente i dormitori italiani... sento l'acido gastrico salire l'esofago... mando giu'.

22:30 - dopo gli sms d'obbligo, mi metto a dormire, domani mi aspetta una lunga giornata.