Un'analisi fredda e spensierata di un latino nella terra delle bionde... e che bionde!

Saturday, May 14, 2005

Valborg

Valborg e' la festa che dovrebbe celebrare la fine del freddo qui nei paesi scandinavi, il benvenuto al bel tempo e al verde che dappertutto dovrebbe apparire, colorando il paesaggio con le tinte pastello classiche del nord.

In Svezia invece si e' tramutata nella festa dell'alcool. Cosi il locale System Boulaget ha chiuso due giorni prima, per paura di attacchi da parte di folle ubriache (e' successo qualche anno fa dove la gente ha fatto festa dentro al negozio... quale idea migliore?), e si e' organizzata con guardie private per mantenere l'ordine davanti all'entrata.


Si e' creata cosi una lunga coda fino a raggiungere l'uscita dell'intero edificio, un centro commerciale piuttosto grande. La guardia giurata aveva il compito di far entrare solo 20 persone alla volta, e i presenti, come me e Martin, potevano notare la gente uscire con sacchetti pieni di alcool, di ogni tipo.


La giornata comincia alle 7:30 del mattino, con la sveglia che suona ma neanche lei sa perche', e' sabato mattina, fuori e' nuvoloso e freddo. Ho appuntamento con gli amici da un amico che abita a 30 metri da qui, per la classica colazione a base di fragole e spumante. Ovviamente classica per la Svezia e per Valborg.
Non me la sento e ad intervalli di 8 minuti mi trascino fino alle 9:30. Mi alzo, chiamo Djana, dove siete? Siamo al fiume, la gara sta per cominciare.

Ah gia'... la gara! Qui ad Uppsala Valborg e' un vero e proprio evento, accorrono da tutta la Svezia e paesi lontani, si contano circa 200.000 nuovi venuti per questa due giorni di teppismo. Ad ogni modo si parlava della gara.
Gruppi di studenti si organizzano per costruire una barca con materiale base come polistorolo ed assi di legno, per percorrere poi le poche centinaia di metri fino alla cascata in centro citta'. Quest'anno 80 imbarcazioni si sono presentate da tutta la Svezia e tutta la popolazione festante si e' radunata sulle rive di questo gelido fiume.


Arrivo alle 10:30 circa, la gara non e' ancora cominciata, al meno non quella tra le barche. Si possono subito notare litri e litri di alcool sgorgare fuori da bottiglie di tutte le forme e colori, come a voler emulare il fiume che scorre di fianco. La gara e' tuttavia simpatica, le barche sono piuttosto originale, al meno per la Svezia, e gli spettatori si uniscono festanti ai naviganti, che infreddoliti cercano di movimentare il tutto con gavettoni e pistole ad acqua.



La giornata si spinge cosi fino alle 13:30, quando decidiamo di andare in giro per la citta'. E' un vero delirio, la gente e' tutta ubriaca, ci sono concerti sui tetti dei palazzi, tutti sono stranamente socevoli. Io sono sobrio. E' tempo di mangiare, ci riuniamo a casa mia dove possiamo riposare un po'.


Per il resto della giornata ci trasciniamo da un posto all'altro, da una Nation all'altra. Le Nation organizzavano alle 3 un altro brindisi a base di fragole a spumnante, e davanti a quelle piu' popolari si sono formate code da richiedere l'intervento della polizia dal momento che bloccavano il traffico di tutto il quartiere.


Cosi mi trascino da un posto all'altro, e la pioggia incessante, seppure non abbondante, ci accompagna. Il tutto finisce ad un barbecue, dove posso vedere gli svedesi smaltire le sbornia. E posso finalmente chiedere ad uno di loro la domanda che mi martella da qualche giorno: "ma com'e' che dopo una giornata cosi viva e piena di vita voi possiate tornare alle vostre triste vite silenti e chiuse?".

Monday, May 09, 2005

Humor inglese

Nick viene da Londra, è grande fan del Liverpool e ne fa sfoggio cantando quando può "You'll never walk alone". E' largo quanto è alto, porta corti capelli rossi, lentiginoso, ha la faccia più inglese del Principe Carlo e di Mister Bean messi insieme, e ne sa una più del diavolo.
In tasca porta un fiaschetto metallico da cui sorseggia regolarmente il suo Jack, come lo chiama lui.
Ma ieri, alla festa di addio a Caecilie (buona fortuna), con il suo portamento e il suo accento cockney pittorescamente marcato ha tirato fuori delle pillole di saggezza sulla Svezia, dalle quali ne estraggo tre e le riporto qui "a memoria".

"La vita in Svezia è come un bel romanzo dove di giorno non succede mai niente."

Poi, parlando della pantomima delle code con numerino anche dal ferramenta:

"Il modo di battere la Svezia in guerra potrebbe essere quella di dargli un numerino e convincerli a rispondere alle bombe solo all'apparire del loro numero sul tabellone elettronico, e poi nascondere il tabellone."

"Esiste una serie di Survivor scandinava. Mandano in Groenlandia uno svedese, un danese, un norvegese e uno svedese. Durante il primo giorno l'islandese mostra agli altri come pescare, il secondo giorno il danese inizia l'organizzazione del piccolo gruppo, il terzo giorno il norvegese si preoccupa della difesa dell'accampamento, raccontando le storie dei suoi antenati. Il quarto giorno il naufrago islandese organizza sessioni di pesca e tutto il necessario per le altre vivande. Il quinto giorno lo svedese aspetta ancora di essere presentato agli altri."


Aggiungo solo che mi ha definito "An educated liberal gentleman".